Ai nastri di partenza la campagna della Cisl su fisco e pensioni

2015-03-12 16.41.30Una proposta di legge di iniziativa popolare per un fisco più equo e giusto e cinque proposte per una previdenza più flessibile e solidale tra le generazioni. Questi i contenuti della campagna nazionale promossa dalla Cisl su fisco e pensioni che è stata presentata ieri a Potenza in un evento indirizzato ai dirigenti, quadri e delegati del sindacato con il supporto tecnico di Angelo Marinelli del dipartimento previdenza della Cisl nazionale. Nei prossimi giorni partirà anche in Basilicata la raccolta firme per la riforma del fisco. L’obiettivo che si propone la Cisl lucana è di raccogliere in tutta la regione almeno 25 mila firme. Bonus da 1.000 euro, nuovo assegno familiare, fiscalità locale al servizio del cittadino, imposta sulla grande ricchezza netta, riduzione dell’evasione fiscale: questi i punti salienti della proposta messa a punto dai tecnici della Cisl con l’obiettivo di introdurre più equità, dare più risorse a lavoratori – compresi gli autonomi – e pensionati, ridistribuire la ricchezza e sostenere le famiglie.

“La Cisl propone al governo di mettere in campo una grande operazione di redistribuzione della ricchezza a favore delle aree sociali medio-basse per correggere la crescita esponenziale delle diseguaglianze che si è realizzata nell’ultimo quarto del secolo e che rappresenta uno dei motivi profondi del mix di bassa crescita e alta disoccupazione”, spiega il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che si dice “convinto della necessità di una riforma fiscale e previdenziale che vada nella direzione di una maggiore equità e giustizia sociale. Dopo sette anni di crisi – continua Falotico – bisogna entrare nell’ordine di idee che senza una riforma delle tasse seria e senza introdurre elementi di flessibilità nel sistema pensionistico la crescità sarà lenta e soprattutto poco inclusiva”.

E se non bastasse la crisi, c’è il monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, contro la crescita delle disuguaglianze sociali a fare da sprono. “Nel suo discorso di insediamento – spiega Falotico – Mattarella ha sottolineato a più riprese la necessità di intervenire sulle disuguaglianze sociali che lacerano il tessuto sociale del paese. La campagna della Cisl per un fisco più equo e giusto e un sistema pensionistico più flessibile si pone dunque perfettamente in scia al monito del capo dello Stato e ne vuole realizzare concretamente l’alto intendimento morale con uno strumento di democrazia dal basso”.

Anche i numeri sono dalla parte della Cisl e di una riforma fiscale nel senso dell’equità e della giustizia sociale. In uno studio condotto dalla Cisl nazionale emerge che l’1,5 per cento delle famiglie italiane possiede una ricchezza superiore al milione di euro, al netto della prima casa e dei titoli di Stato, pari al 40,5 per cento della ricchezza totale del paese, mentre sono più di un milione le famiglie, su quasi 26 milioni di nuclei familiari, che posseggono una ricchezza pari o superiore a 500 mila euro.

furlan_biancoNella stessa giornata il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, a Torino per il lancio della campagna Cisl sulla raccolta firme, ha detto che “per cambiare il Paese serve una vera riforma fiscale a partire dall’introduzione di un bonus di 1.000 euro annui per tutti coloro, compresi i pensionati, che hanno un reddito lordo sotto i 40mila euro. Dato che il governo ha ritenuto di non confrontarsi con il sindacato su un tema così importante – ha sottolineato Furlan – chiediamo ai cittadini una forte alleanza perché ci vuole un grande patto sociale che metta al centro sviluppo e crescita. Il fisco – ricorda la leader della Cisl – è una leva straordinaria non solo per creare un po’ di equità, ma anche per rilanciare i consumi e dare lavoro alle imprese”.

Tra le proposte della Cisl oltre al bonus fiscale di 1.000 euro “per allargare il lavoro in parte avviato con gli 80 euro del governo ampliando la platea”, un’imposta “sulla grande ricchezza netta”, la lotta all’evasione fiscale “adottando strumenti di contrasto di interesse a partire dai servizi” e “un deciso taglio agli sprechi”. Un progetto per cui servirebbero 33-34 mld. “Dieci sono già in finanziaria – spiega il segretario generale della Cisl – il resto si recupera con una lotta vera all’evasione, allargando i settori in cui utilizzare il contrasto di interessi e attraverso una piccola tassa sulla ricchezza, uno dei provvedimenti contenuti nel nostro progetto di legge”. E conclude: “non sarebbe male se si facesse quella spending review di cui si è tanto parlato ma fatto poco”.

Ecco in dettaglio le cinque misure contenute nella proposta di legge di iniziativa popolare per la riforma del fisco:

Bonus 1.000 euro. La Cisl propone l’introduzione di un bonus di 1.000 euro annui per tutti i contribuenti con un reddito individuale fino a 40.000 euro e un bonus di ammontare ridotto e via via decrescente per chi ha redditi compresi fra 40.000 e 50.000 euro.

Nuovo assegno familiare. È necessario ripensare il fisco per la famiglia, nell’ottica di una maggiore equità distributiva, introducendo un nuovo strumento di intervento che superi, accorpandoli, gli attuali assegni familiari e le detrazioni per i figli (minorenni) e per il coniuge a carico, attraverso un nuovo sistema di detrazioni d’imposta (nuovo assegno familiare) che cresca al crescere dei carichi familiari e si riduca all’aumentare del reddito.

Fiscalità locale al servizio del cittadino. È indispensabile una nuova regolazione delle imposte e delle tasse locali secondo un meccanismo di compensazione in modo che all’aumentare della fiscalità locale il cittadino possa ottenere una corrispondente riduzione del prelievo fiscale nazionale.

Imposta sulla grande ricchezza netta. La Cisl vuole realizzare una grande operazione redistributiva di ricchezza a favore di chi lavora, dei pensionati e delle aree sociali medio-basse per correggere la crescita delle disuguaglianze. Per questo deve essere introdotta una imposta ordinaria sulla grande ricchezza netta che cresca al crescere della ricchezza mobiliare e immobiliare complessiva, con esclusione delle prime case e dei titoli di Stato.

Riduzione dell’evasione fiscale. L’evasione comporta ogni anno minori entrate per oltre 180 miliardi di euro, appesantendo il carico fiscale su chi le tasse le paga. Per questo è necessario rafforzare le sanzioni amministrative e penali, aumentare i controlli, migliorare la tracciabilità dei pagamenti e l’utilizzo delle carte di credito (senza costi aggiuntivi per le famiglie), introdurre meccanismi di contrasto di interesse che consentano a chi compra di portare in detrazione la relativa spesa, facendo emergere il fatturato oggi occultato.

Queste, invece, le cinque proposte in materia di pensioni:

Reintrodurre la flessibilità nel sistema pensionistico. La legge Fornero ha cancellato le pensioni di anzianità, con effetti deleteri sul versante del funzionamento del mercato del lavoro, dell’occupazione dei giovani e della gestione delle crisi aziendali e creando l’insostenibile condizione degli esodati. È indispensabile reintrodurre meccanismi di flessibilità nell’accesso alla pensione, consentendo ai lavoratori e alle lavoratrici di scegliere liberamente il momento di uscita dal lavoro al raggiungimento di un’età pensionabile minima o di una quota derivante dalla combinazione tra anzianità anagrafica e contributiva.

Pensioni più giuste e adeguate. Occorre creare le condizioni affinché il calcolo della pensione con il metodo contributivo, venga effettuato secondo modalità e criteri più equi attraverso meccanismi di solidarietà e garanzia in grado di proteggere il valore dei contributi versati negli anni. Il potere di acquisto delle pensioni in essere va tutelato, rivalutando quelle basse, rimuovendo le attuali limitazioni sulla perequazione al costo della vita per le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo, infine riducendo il carico fiscale che grava su di esse.

Previdenza complementare. Bisogna rendere di fatto obbligatoria la previdenza complementare, specie per i lavoratori più giovani, favorendo tramite i contratti collettivi di lavoro l’adesione generalizzata dei lavoratori ai fondi pensione, nella forma della destinazione obbligatoria del contributo contrattuale posto a carico del datore di lavoro (lasciando al lavoratore la scelta ulteriore di conferimento del Tfr, da incentivare anche tramite la forma tacita del “silenzio-assenso”). Occorre rilanciare la previdenza complementare attraverso un progetto straordinario di educazione previdenziale e di comunicazione istituzionale che coinvolga il Governo, le istituzioni pubbliche e private dedicate, le parti sociali e i fondi pensione.

Un nuovo patto per i giovani. È necessario che i giovani recuperino fiducia nel sistema previdenziale pubblico e perché questo avvenga bisogna dare garanzie sull’adeguatezza delle pensioni future a chi svolge lavori discontinui o con retribuzioni basse o a chi è entrato tardi nel mercato del lavoro. Vanno migliorate e rafforzate le prestazioni sociali e assistenziali a beneficio dei lavoratori parasubordinati o comunque iscritti alla gestione separata, con o senza partita Iva. Va promosso ed incentivato l’uso volontario del part time o dell’orario ridotto negli ultimi anni della carriera lavorativa, finalizzato all’assunzione o all’inserimento lavorativo di un giovane, senza penalizzazioni contributive e previdenziali per i lavoratori interessati che passano da tempo pieno a tempo parziale.

Informazione sulla previdenza e sul risparmio previdenziale. Occorre garantire a ciascun lavoratore e a ciascuna lavoratrice un’adeguata informazione sulla propria posizione previdenziale presente e sulle prospettive pensionistiche future. Tutti i cittadini devono essere effettivamente in grado di ricevere e accedere al proprio estratto contributivo previdenziale.

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