Macchia: “Sulle politiche per i Neet serve più coordinamento”

Il rapporto recentemente pubblicato dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro sull’incentivo “Occupazione Neet” fornisce alcune interessanti indicazioni sulle misure indirizzate alla vasta platea dei Neet (Not in education, employment or training) che contano in Basilicata 36 mila unità, di cui 6 mila laureati. La riflessione che faccio deriva da una ricerca che il Centro internazionale studi famiglia (Cifs) ha redatto sulla spesa sostenuta da una famiglia per un figlio dalla nascita all’università che è pari a circa 300 mila euro. Se consideriamo solo i Neet lucani laureati, questo significa che 1,8 miliardi di euro investiti (con grossi sacrifici) dalle famiglie lucane in questi anni sono stati improduttivi. Non si concretizza così una forma di distruzione di ricchezza patrimoniale di una comunità territoriale?

La misura denominata “Occupazione Neet” intende favorire l’assunzione di giovani di età 16-29 anni non occupati e non impegnati in percorsi di istruzione o formazione aderenti al programma Garanzia Giovani. L’incentivo è riconosciuto ai datori di lavoro privati che hanno effettuato nuove assunzioni nel periodo che va dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2019 e ha una copertura finanziaria pari a 160 milioni di euro a valere sul Programma operativo nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”. L’agevolazione spetta per le assunzioni effettuate nell’intero territorio nazionale ad esclusione della Provincia autonoma di Bolzano.

L’incentivo è pari alla contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, per un importo massimo di 8.060 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile per dodici mensilità. In caso di lavoro a tempo parziale il massimale è proporzionalmente ridotto. Le tipologie contrattuali per le quali l’incentivo è riconosciuto sono il contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione, e il contratto di apprendistato professionalizzante. Per le forme contrattuali ammesse, l’incentivo spetta sia per rapporti a tempo pieno che a tempo parziale.

La misura viene gestita dall’Inps. Per la Basilicata sono state confermate, al 31 dicembre 2019, 225 domande (a livello nazionale sono state 74 mila) con un impiego di risorse di circa 562 mila euro. La tipologia contrattuale nettamente prevalente (69,8%) è a tempo indeterminato, mentre quello di apprendistato è nettamente meno diffusa.

Questa misura è un ulteriore strumento che l’Ue mette a disposizione per contrastare la piaga sociale della disoccupazione giovanile che sta compromettendo il futuro della Basilicata. Ritengo che sia necessario avviare una riflessione su come l’utilizzo di queste risorse venga massimizzato. Ricordo che stiamo parlando di risorse di fatto aggiuntive rispetto ai fondi strutturali declinati nei Programmi operativi regionali. Allo stesso tempo occorre mettere in campo strategie che consentano una diffusione più puntuale delle informazioni e di evitare la proliferazione di misure, spesso indirizzate ai medesimi target, misure che di fatto si cannibalizzano a vicenda.

Sono convinto che un confronto sistematico e sistemico tra Regione e parti sociali, come fortemente richiesto nei recenti Stati generali del lavoro dai sindacati e dalle associazioni datoriali, possa consentire una migliore valorizzazione delle risorse europee al fine di consolidare percorsi di sviluppo socio-economico sostenibile nella nostra terra.

Gennarino Macchia
Segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata

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