Garanzia Giovani, Macchia: “Regione in ritardo sui bandi”

Garanzia Giovani cambia nome, ma soprattutto si rafforza. Bridge to Jobs è il nuovo programma dell’Unione Europea finalizzato alla promozione dell’occupazione delle persone under 30, un progetto ideato per fronteggiare la disoccupazione giovanile che ad aprile 2020 registrava in UE un tasso del 15,4%, oltre il doppio del tasso medio complessivo di disoccupazione a livello europeo. Si tratta di un pacchetto che potrà contare su una dotazione finanziaria di 22 miliardi di euro con un focus su tre filoni specifici: 1) il potenziamento di Garanzia Giovani (Bridge to Jobs); 2) un sistema di istruzione e formazione professionale più moderno e flessibile; 3) il rafforzamento dell’apprendistato.

La nuova Garanzia Giovani si concentrerà soprattutto su servizi personalizzati, si focalizzerà sulle categorie più svantaggiate del mercato del lavoro e avrà l’obiettivo di far acquisire le competenze più richieste dalle aziende, relative in particolare alla green economy e alla transizione digitale. Agli under 30 che si iscrivono, il programma dovrà proporre entro quattro mesi un’offerta di occupazione, di istruzione, di formazione o di apprendistato.

Gennarino Macchia

La Regione Basilicata, esattamente un anno fa, ha deliberato l’avvio della seconda fase del programma Garanzia Giovani. Sono state impegnate risorse per 11,5 milioni suddivisi su diverse misure: dal tirocinio formativo all’apprendistato, dal servizio civile nazionale al sostegno all’auto-impiego. Purtroppo, ancora oggi assistiamo alla mancata emanazione dei diversi avvisi pubblici di attuazione.

Il lavoro, soprattutto giovanile, è un’emergenza sociale che va affrontata con determinazione. L’Unione Europea, grazie a questo programma, è riuscita dal 2013, anno di avvio della misura, a portare la disoccupazione giovanile europea media dal 26% al poco più del 15% attuale, naturalmente con le disparità territoriali note a tutti.In un momento come questo, dove dobbiamo pensare alla ripartenza senza lasciare indietro i più fragili, come possiamo dimenticare i Neet lucani, cioè i soggetti che non lavorano, non studiano e non sono coinvolti in percorsi di formazione? Non ci possiamo consentire che i nostri giovani si sentano abbandonati e che le poche opportunità messe in campo per poter offrire una speranza di futuro siano vanificate da ritardi inspiegabili.

Gennarino Macchia

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