Gambardella: “La Basilicata nella violenta tempesta resiste”

I dati resi noti nei giorni scorsi dalla direzione regionale dell’Inps, in considerazione della enorme e variegata mole di prestazioni che attualmente eroga, sono una fonte preziosa di informazione per ricostruire il profilo socio-economico della Basilicata. Ad esempio, per quanto riguarda l’esito delle domande di cassa integrazione Covid, in Basilicata al 7 gennaio 2021 solo lo 0,5 per cento delle domande, ossia 133 su un totale di 28.052 risulta ancora senza esito. Un dato che testimonia il progressivo recupero, avvenuto dopo l’incerta partenza di aprile dello scorso anno, e che fa rientrare anche la Basilicata nella media nazionale, attestando il perfezionamento – a seguito degli accorati appelli del movimento sindacale lucano circa i ritardi con cui avvenivano le prime erogazioni ai lavoratori – della complessa macchina amministrativa ripartita tra Regione Basilicata e Inps regionale che ora consente, nel perdurare del momento critico, di non generare lunghi periodi di assenza di reddito.

In merito agli altri ammortizzatori sociali, risultano accolte 10.488 domande di cassa in deroga, 13.812 di cassa ordinaria e 3.010 do fondi di integrazione salariale, per un totale di 53.757 istanze accolte, quindi assolutamente in linea con la media nazionale. Al contempo, emerge che su 550 mila lucani sono circa 21 mila quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza, un dato che non indica la temuta esplosione delle richieste di questa prestazione in un anno tragico come il 2020, anche grazie alle altre misure regionali di contrasto alla povertà, pre-esistenti al reddito di cittadinanza.
È un anno che non è possibile comparare con i precedenti, e ogni paragone diventa fuorviante e pessimistico. Ci uniamo pertanto a quanto espresso dal direttore regionale dell’Inps circa l’importanza di soffermarsi e valorizzare quei segnali che sono indicativi di speranza e di prospettiva, tra cui quelli che riguardano le cessazioni delle attività. Analizzando questi dati del tessuto economico imprenditoriale lucano, emerge non un picco delle cessazioni definitive di aziende, come retoricamente ci si aspetterebbe, bensì una significativa diminuzione: nel 2020, infatti, in Basilicata ci sono state 1.446 cessazioni definitive e nel 2019 ce ne sono state ben 2.198. Sono invece molto aumentate le cessazioni provvisorie che nel 2020 sono state 3.570 e nel 2019 sono state 218, questo a dimostrazione del fatto che il tessuto imprenditoriale e produttivo lucano sta attendendo che la burrasca passi per riprendere la navigazione.

Da parte nostra sosterremo ogni iniziativa che possa aiutare lo spirito di ripresa di una regione che nel 2019, anche grazie a Matera Capitale europea della cultura 2019, aveva dato positivi segnali di voler irrobustire la sua economia e quindi la dimensione occupazionale. Nel 2021 se si investirà in quei settori che l’emergenza Codiv-19 ha reso prioritari e strategici come la digitalizzazione, la mobilità flessibile, i servizi innovativi alle imprese, la sostenibilità e le politiche sociali, la Basilicata può prospettare davanti a sé un futuro non certamente grigio, anzi può avere un’occasione storica per colmare alcuni gap.  

Articoli consigliati

[instagram-feed]