Contro la crisi serve serietà non protagonismo

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C’è un eccesso di protagonismo illusionista in certe ricette miracolistiche che dalle pagine dei giornali dispensano panacee facili quanto l’uovo di Colombo per aggredire e risolvere la coda lunga della crisi economica e occupazionale e i suoi pesanti risvolti sociali che stanno corrodendo la fiducia nelle istituzioni e nella politica. Un protagonismo scoordinato che non risolve problemi, se non quelli di visibilità dei protagonisti. È inutile nasconderlo, anche il sindacato o una parte di esso, che pure resta in prima linea con la gente che soffre, corre il rischio di rimanere infettato dal virus del protagonismo fine a sé stesso, facendosi trascinare più dal chi propone che dal cosa si propone; ma i nodi prima o poi arrivano al pettine e possono palesare una realtà che è diversa da certe narrazioni di comodo.

Bisogna avere ben chiaro un punto: la crisi ha seppellito l’agibilità di ogni ulteriore elucubrazione e imposto alla classe dirigente di questa regione la piena assunzione delle proprie responsabilità, a partire dal presidente Pittella e dalla sua giunta. In tal senso, la Cisl è ferma nel rivendicare una proposta chiara dal governo regionale, dal quale ci aspettiamo quel protagonismo di intrapresa politica che oggi altri ambiscono a recitare pur non avendone i titoli. Se entro Natale non ci sarà una proposta vera e inclusiva sul lavoro, salterà il banco e con esso si farà ancora più reale il rischio di una rivolta sociale, i cui segnali sono già in grande evidenza.

Anche come sindacato faremmo bene a evitare fughe in avanti poiché mai come in questo momento serve un sindacato unito su una linea chiara che, per quanto riguarda la Cisl, è e resta quella del piano del lavoro, soprattutto oggi con l’opportunità offerta dalla rimodulazione degli oltre 65 milioni del bonus benzina, che dovranno essere destinati a un grande progetto di inclusione e solidarietà sociale rivolto ai più deboli e bisognosi.

Non si può ogni giorno riscrivere l’agenda delle priorità o imporre agli interlocutori una propria agenda; si tratta invece di rispettare, per il bene dell’unità sindacale e nell’interesse della società lucana, di rispettare gli affidamenti programmatici che ci siamo dati in occasione dell’assemblea regionale del 1 ottobre al centro sociale Malvaccaro e sui quali costruire il protagonismo unitario di Cgil Cisl Uil, l’unico davvero ammissibile; a meno di non ritenere del tutto sorpassata la proposta presentata a oltre un migliaio di lavoratori e lavoratrici non più tardi di un mese e mezzo fa, ma al momento non abbiamo segnali concreti in tal senso.

E allora è opportuno sfruttare questo spazio per ribadire le rivendicazioni che Cgil Cisl Uil di Basilicata hanno messo nero su bianco in quella occasione, ovvero: continuità di reddito a chi è stato colpito dalla tagliola del decreto Poletti sugli ammortizzatori in deroga; reddito di inserimento e/o reinserimento legato a prestazioni di utilità sociale; tirocini retribuiti per i giovani lucani e incentivi per le assunzioni più mirata e più selettiva per platee con il coinvolgimento delle imprese; una nuova “Marcora” per le cooperative sociali con incentivi specifici e un allargamento dei contratti di servizio subordinati all’assunzione dei soggetti svantaggiati a partire dai disoccupati di lunga durata; progetti e strumenti operativi, dedicati al settore delle infrastrutture, dell’agroindustria, della produzione di energie rinnovabili, del turismo culturale e giovanile, della valorizzazione del territorio, per la lotta al dissesto idrogeologico e per la valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale della Basilicata; impegno anche del settore pubblico nel creare occasioni di lavoro diretto, a partire dai soggetti economicamente più in difficoltà e prossimi alla pensione.

Al presidente Pittella chiediamo la convocazione di un tavolo con l’urgenza imposta dai fatti e dalla gravità della crisi e con la consapevolezza che occorre passare dalla fase del teorizzare alla fase dell’operare, assumendo decisioni concrete sui nodi posti dal piano del lavoro di Cgil Cisl Uil.

Nino Falotico

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