Contratto di settore: Eni e imprese facciano la propria parte

eni“Al tavolo della Trasparenza, riunitosi ieri e a cui hanno partecipato oltre alle forze sociali, all’Eni e alla Regione, anche i sindaci della Valle, con soddisfazione abbiamo verificato il rispetto degli impegni assunti dalla Regioni in base al Contratto di Settore. Ora spetta alle associazioni datoriali e all’Eni fare la loro parte per il bene della Basilicata”. Così dichiarano in una nota i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil, Genovesi, Falotico e Vaccaro.

“In particolare, anche grazie al contributo del Comune, sono state consegnate le chiavi del nuovo presidio di 118 all’interno dell’area industriale, presidio che sarà operativo dal 1 Marzo. Riscontri positivi si sono avuti anche in relazione al percorso formativo che hanno ricevuto gli operatori di pronto soccorso presso l’Ospedale di Villa D’Agri per il primo trattamento antiveleno e in caso di intossicazioni e condivisa è la proposta di Cgil, Cisl e Uil di inserire all’interno della progressiva specializzazione dell’Ospedale in Medicina dell’Ambiente di una specifica unità operativa volta anche a monitorare ed intervenire sugli eventuali effetti su lavoratori e cittadini dell’area”.

“Diverse le proposte giunte anche dal comandante dei Vigili del Fuoco tra cui la proposta di sostenere un rafforzamento degli organici, con forti interventi anche di formazione, cheè da noi sostenuta e su cui chiediamo ad Eni, Regione e Comuni di operarsi in maniera corale. In relazione all’Osservatorio Paritetico per la Salute e Sicurezza la Regione ha inoltre confermato il proprio contributo che permetterà già nei prossimi giorni di cominciare ad organizzare le attività ed i corsi di formazione per i nuovi RLST, oltre che per coinvolgere le diverse imprese dell’indotto, per assumere le migliori procedure e dispositivi di protezione a tutela della salute di tutti i lavoratori dell’area industriale”.

“In relazione al tema “formazione e nuova occupazione”, la Regione ha confermato lo stanziamento di 700 mila euro per corsi di formazioni specificatamente rivolti alle professionalità di cui l’Eni e le imprese dell’indotto necessitano, al fine di evitare il fenomeno – più volte registrato – di imprese che, con la scusa di non avere professionalità in loco, non assumono disoccupati lucani. Inoltre come Sindacato abbiamo richiesto che in questo processo particolare attenzione sia data ai lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga, a partire da quelli presenti nei comuni della valle”.

“Sul punto specifico si è convenuto di convocare in tempi brevissimi un piccolo gruppo di lavoro specifico e l’Eni si è impegnata a fornire crono programmi, fabbisogni occupazionali, figure professionali richieste. Come Cgil, Cisl e Uil abbiamo però chiesto ad Eni massima serietà, in particolare invitando le diverse imprese coinvolte tanto nella costruzione della Quinta linea che nelle attività connesse, ad aspettare il termine della formazione dei disoccupati lucani prima di procedere alle assunzioni. Sarebbe infatti una beffa non sopportabile quella di investire risorse pubbliche per formare i lavoratori di cui l’Eni dice di avere bisogno e scoprire poi che le assunzioni sono state già fatte tutte o quasi”.

“Sempre durante la riunione è emersa una criticità (che come sindacato condividiamo) di un maggiore coinvolgimento delle imprese lucane, soprattutto piccole e medie, a cui l’Eni deve rivolgersi con particolare attenzione (come del resto previsto dal Contratto di Settore stesso) per favorirne anche la crescita in termini di qualità e di volumi di attività. Al riguardo l’Eni si è impegnata ad un confronto specifico”.

“Come Sindacato si è poi posto il tema di “proceduralizzare” lo scambio di informazioni relativamente ai cambi di appalto: le clausole sociali stanno infatti funzionando, ma con evidenti problemi di informazioni, soprattutto in relazione a quando scadono gli appalti, alle attività connesse al contratto, alla consegna degli elenchi dei lavoratori (con relative qualifiche e inquadramenti) tanto da parte degli uscenti che delle entranti. Su questo punto l’Eni si è impegnata a procedere in tempi brevi ad avanzare specifiche proposte e su questo rimaniamo in attesa di riscontri”.

“Infine – concludono Cgil, Cisl e Uil – in relazione alla piattaforma presentata da Cgil, Cisl e Uil a Confindustria, Pensiamo Basilicata (Alleanza delle Cooperative, Confapi, Rete impresa Italia, ecc.), Eni e Regione in materia di riconoscimento di pari tutele e salari tra tutti i lavoratori dell’indotto, di stabilizzazione dei lavoratori a termine e soprattutto di creazione nuova occupazione in Eni e nell’indotto, il Presidente Pittella ha proposto a tutte le associazioni di impresa di unificare il tavolo sindacale per avviare il confronto sulle proposte di merito, dichiarando la disponibilità della Regione a facilitare la riuscita del confronto, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, Eni in primis. In continuità del resto con lo spirito dello stesso Contratto di Settore che punta a fare della buona e stabile occupazione e di nuove opportunità di lavoro per i lucani punti qualificanti della presenza di Eni e delle imprese dell’indotto, in Basilicata”

“Al riguardo si è convenuto che Confindustria e le associazioni riunite nel cartello “Pensiamo Basilicata” convocheranno un tavolo unico con Cgil, Cisl e Uil, allargando di fatto quello già convocato per il 19 febbraio p.v. a tutte le associazioni di impresa rappresentative di tutte le aziende dell’indotto, per iniziare il confronto sui punti della piattaforma. Tale incontro avverrà il prossimo 27 febbraio. Come sindacato apprezziamo lo spirito aperto al confronto di tutte le principali associazioni datoriali che hanno accolto l’appello delle forze sindacali e del Presidente, consapevoli dell’importanza di qualificare sempre di più tanto le imprese lucane (a partire da quelle piccole e medie) quanto la forza lavoro locale, così come riteniamo un impegno importante e positivo quello assunto ufficialmente dal Presidente Pittella di facilitare in sede istituzionale la positiva conclusione della vertenza aperta, chiamando l’Eni alle proprie responsabilità verso il territorio e la cittadinanza. Siamo certi che la stessa Eni, come ha dimostrato un anno fa condividendo alla fine le clausole sociali presenti nel Contratto di Settore ed imponendole ai suoi fornitori nonostante iniziali resistenze, farà la propria parte ai tavoli di confronto”. (m.c.)

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