Fca, a Melfi metà della produzione nazionale di auto

nino-falotico-cislÈ stato un 2015 record per lo stabilimento Fca di Melfi. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Fim Cisl in tutti gli stabilimenti del gruppo. Con 390 mila vetture sfornate, tra Renegade, 500X e Punto, lo stabilimento lucano ha prodotto in un solo anno oltre la metà dell’intera produzione Fca in Italia. Rispetto al 2014 la produzione a Melfi è aumentata del 217 per cento, passando da 123 mila a 390 mila vetture. Nel 2013 le vetture prodotte nell’impianto lucano furono appena 115 mila. Melfi si conferma leader tra gli stabilimenti italiani anche dal punto di vista occupazionale con il maggior numero di dipendenti (7.423) e il maggior numero di neoassunti stabilizzati (1.848). Risultati, sottolinea la Fim Cisl, resi possibili dagli accordi sindacali del 2012 che hanno portato l’investimento di circa 1 miliardo di euro e quelli del 2014 che hanno definito la nuova organizzazione del lavoro su 20 turni e la conseguente assunzione di oltre 1800 lavoratori. A livello nazionale la produzione di auto Fca è cresciuta del 66 per cento rispetto al 2014 e del 70 per cento rispetto al 2013, l’occupazione è cresciuta di 2.700 unità e la cassa integrazione si è ridotta del 12 per cento. Bene anche il settore dei veicoli commerciali, cresciuto nell’ultimo anno del 47 per cento.

Il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, ha accolto con soddisfazione i dati forniti in mattinata dalla Fim Cisl su produzione e occupazione alla Fca di Melfi e negli altri stabilimenti nazionali del gruppo automobilistico. “Un primo elemento da sottolineare – ha commentato – è che l’impianto lucano produce più della metà di tutta la produzione nazionale di Fca, a conferma del ruolo baricentrico che Melfi gode sia a livello nazionale che europeo. Il secondo elemento importante è che viene confermata la bontà e la lungimiranza di una scelta strategica, ovvero portare a Melfi prodotti di alta gamma per aggredire i mercati internazionali e ridurre la dipendenza dello stabilimento lucano dall’asfittico mercato nazionale. È appena il caso di ricordare, però, che se Fca ha scelto di investire un miliardo di euro su Melfi, è perché ha trovato nella parte più responsabile del sindacato, in particolare nella Cisl e nella Fim, un interlocutore coraggioso che ha saputo fare scelte difficili nel presente per ottenere grandi risultati nel futuro. Senza accordi sindacali – ha ribadito Falotico – saremmo qui a raccontare tutta un’altra storia”.

Per il segretario della Cisl lucana “anche le nuove assunzioni vanno inquadrate nel processo di rilancio produttivo dello stabilimento, a conferma del fatto che il lavoro e i diritti non esistono allo stato puro in natura ma sono sempre un derivato delle attività produttive. Se c’è mercato e produzione, allora c’è anche occupazione, non il contrario. Non vi è dubbio che sulle assunzioni abbiano pesato anche i forti incentivi previsti dal jobs act – ha aggiunto Falotico – ma se non ci sono mercati e buoni prodotti da vendere, gli incentivi da soli non bastano”. Il leader cislino ha anche lanciato una stoccata a quella parte del sindacato che “mentre si firmavano gli accordi per gli investimenti e i turni proclamava scioperi ideologici a raffica, puntualmente sconfessati dalla scarsa adesione dei lavoratori, segnale inequivocabile che anche l’ala più conservatrice del sindacato deve fare i conti con la realtà”. Infine, nel rilanciare l’impegno della Cisl per “un ulteriore consolidamento dell’occupazione a Melfi”, Falotico ha ribadito il no allo stabilimento monomarca e un auspicio “affinché a Melfi possano essere destinati nuovi modelli per affrontare nel migliore dei modi il dopo Punto”.

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